Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne fornendo i dati dei centri relativi al 2015 e 2016 (al 31 ott.)
Le donne, in Italia e nel mondo, continuano a subire violenza. Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. Come celebrare questa ricorrenza?
Anche quest’anno, in tutta Italia si cercherà di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza di genere attraverso dibattiti, conferenze, eventi e con una grande manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma sabato 26 novembre cui il Coordinamento ha aderito. Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, come ogni anno, celebra il 25 Novembre con una riflessione a partire dai dati di monitoraggio sulla violenza relativi al 2015 e al 2016.
Quante sono le donne che si rivolgono a un centro antiviolenza in Emilia-Romagna?
Le donne accolte dal 1 gennaio al 31/10/2016 sono in totale 2930. Fra di esse le donne che hanno subito violenza sono in totale 2739, il 93,5%.
Qual è la loro provenienza geografica?
Considerando esclusivamente le donne nuove accolte e disaggregando i dati per provenienza, vediamo che le donne straniere, provenienti cioè da altri paesi sono in totale 751, pari al 36,4%, le italiane sono in totale 1305, pari al 63,2%. Dunque le donne straniere continuano a costituire più di un terzo di tutte coloro che chiedono aiuto ai centri antiviolenza della regione (dato in linea con l'anno precedente).
La grande maggioranza delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza della regione per chiedere aiuto subisce violenza da partner o ex partner, nel contesto quindi di una relazione di intimità: si tratta infatti per lo più di donne sposate o conviventi con figli/e. Considerando la presenza di figli/e, le madri sono 1517, pari al 77,4%, le donne accolte con figli/e sono 1814 e rappresentano il 79,1% delle donne nuove accolte che hanno subito violenza. Rispetto al 2015, la percentuale relativa alle donne con figli/e rimane pressoché invariata.
La violenza si estende ai figli e alle figlie delle donne che la subiscono. I minori che subiscono violenza diretta o assistita sono 1440, pari al 55,2% di tutti i figli/e delle donne accolte.
Per quanto riguarda le forme di violenza subite principalmente dalle donne, le più diffuse sono le violenze psicologiche (92,6%), seguite dalle violenze fisiche (65,2%), dalle violenze economiche (43,2) e da quelle sessuali (13,9%).
ABBIAMO DECISO DI RIMANERE IN SILENZIO
Il 25 Novembre per noi Operatrici del Centro antiviolenza Telefono Rosa Piacenza rappresenta un momento di riflessione sul nostro lavoro quotidiano; rifletteremo sui percorsi delle donne ospiti, dei loro bambini/e e di quelle donne alle quali siamo di "fianco" nel difficile progetto della ricostruzione di sè oltre la violenza subita.
Apprezziamo le varie iniziative sul territorio e siamo orgogliose che la "nostra" società prenda atto di un crimine così diffuso quanto ancora sommerso, ma noi che lavoriamo ogni giorno con le donne che vogliono con tutte loro stesse uscire da una situazione violenta, ne conosciamo le difficoltà economiche e pratiche; conosciamo gli stereotipi che impediscono ad una donna che ha subito violenza di poterlo affermare apertamente, di cercare sostegno, perché, si sà......: "una donna così è una donna fragile, che probabilmente non ha stima di sè e quindi permette tutto questo e rimane!!!!"
Noi sappiamo invece che le donne che conosciamo, abbiamo conosciuto e conosceremo SONO COME NOI! POTREBBERO ESSERE NOI!
SI ASSOCIANO ALLO SDEGNO PER LE OFFESE ALLE ATTIVISTE DI "ARCIGAY" PIACENZA.
RAVVISANDO LA FORTE NECESSITA' DI INTERVENIRE A LIVELLO EDUCATIVO/FORMATIVO
SUGLI STEREOTIPI E SUI PREGIUDIZI CHE RIMANGONO PURTROPPO COSTANTI E
INVARIATI IN UN'EPOCA CHE SI DICE "MODERNA" MA RIMANE TRISTEMENTE E
FORTEMENTE "RETROGRADA.Pagina 29 di 32