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VOGLIAMO AUTODETERMINARCI SENZA RISCHIARE LA VITA
Il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna sul femminicidio di Lorena Vizzosi

Un'altra donna è stata uccisa. Quante ancora dovremo contarne?
Lorena Vezzosi viveva 
nella nostra regione, a Santarcangelo di Romagna.
È stata trovata morta nel cremonese, 
dentro l’auto, condotta dall’ex marito dentro il Po.
Dai media apprendiamo che le 
indagini in corso avrebbero rivelato che Lorena era già morta, accoltellata dal marito, dal quale si era separata.
Un’altra donna muore perché ha scelto per sé.
Il patriarcato 
non tollera disubbidienza e non fa sconti.
Non dateci l'ennesimo pacchetto di norme emergenziali, come se la violenza fosse un fatto straordinario, che aumentano le pene della custodia carceraria ma non tengono in nessuna considerazione la direzione indicata dai centri antiviolenza sul rispetto dei diritti umani delle donne,
e sullo stanziamento di risorse finanziarie a supporto di politiche 
serie e continuative di prevenzione dei femminicidi e della violenza.
Ci serve educazione 
capillare al rispetto della libertà delle donne sia nelle relazioni di intimità che in ognialtra relazione privata o sociale,
in ogni ambito scolastico, lavorativo, domestico, con 
ottica democratica e antidiscriminatoria.
Ma quale rispetto può essere insegnato e quale esempio può essere dato se è lo Stato stesso a volere limitare le scelte e l'autodeterminazione delle donne, di fronte alla maternità, alla famiglia?
Non vogliamo un’altra riforma, vogliamo libertà, dignità.

Vogliamo scegliere per noi stesse, vogliamo autodeterminarci senza rischiare la vita.